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Viaggio nel Surrealismo di Salvador Dalí
Una volta saliti sul palcoscenico del ex teatro di Figueras una quantità di
immagini riempiono le pareti e dalla cupola, la luce che filtra
attraverso i cristalli ne aumenta la definizione. Un illusione
indescrivibile che man mano prende vita quando ci soffermiamo a guardare
ogni singolo oggetto trasportandoci in un ambiente surreale.
Elucubrazioni su Salvador Dalí.
Sono molte le considerazioni autorevoli sul grande personaggio che comunque possedeva una tecnica pittorica fuori del comune applicata con intelligenza nel descrivere in mondo "surreale", ciò che lo circondava o quello che lo stupiva e che ancora oggi non finisce di stupire osservatori e critici. Tra le righe di ciò che ha scritto e di quello che ha detto, ci pare di scorgere il sottile " significato proprio" de surrealismo : la completa libertà di pensiero e di espressione, tenendo conto di questo, Salvador Dalí, si è convertito nel
sinonimo del surrealismo.
Ci sembra inoltre, che molte interpretazioni sulle opere non siano supportate da commenti che portano la firma del pittore, quindi risultano essere "libere
da interpretazioni". Per questo motivo... non ce ne vogliate se azzardiamo alcune considerazioni "fuori le righe". D'altronde lo spirito enigmatico delle opere del grande pittore è lontano dal essere svelato. Autore Lorche.
Inizio
IL PALCO.
Se la visita fosse in notturna (come in estate), una musica di Richard
Wagner relativa al mito di Tristano e Isotta, ci indica l'amore eterno
tra i due personaggi come se Dalí volesse indicarci parallelamente il
suo amore per Gala.
Intuitivamente nella sala, le immagini mostrano riferimenti in forma reale
che ci conducano ad una illusione.
CUPOLA GEODETICA.
Salvador
Dalí solitamente
inserisce nelle sue opere riferimenti alle
scoperte scientifiche che maggiormente si adattano alla visione surreale
del mondo che vuole descriverci. Nel caso della cupola Geodetica,
costruita per la prima volta da un ingegnere
tedesco, Walter Bauersfeld, per l'industrie
ottiche Zeiss, venne riproposta da un inventore americano Richard Fuller
con varie utilità belliche e civili.
L'idea della cupola venne realizzata da Pérez Piñero nel 1972. Le
indicazioni simboliche sono diverse..
- La cupola paragonata alla visione che può avere la mosca, cioè un'immagine
reticolare o poliedrica ovvero un insieme di immagini molteplici
quindi...surreali.
La mosca, nell’iconografia Daliniana, si contrappone alla
cavalletta (Saltamonte) per la quale prova una ripugnanza e alla formica che
rappresenta il
crepuscolo della vita.
- La cupola assimilata ad un insieme di prismi le cui sfaccettature
riflettono la luce in maniera diversa (surreale)
- Potrebbe essere assimilata come la madre terra o paragonata alla visione
Interiore
/Esteriore - Anima /Corpo.
Quindi Salvador Dalí proponendo l'immagine del mondo, pone in
comunicazione l'universo interiore a quello esteriore.
- Potrebbe anche riferirsi al periodo del modernismo ed il cambio da esso
prodotto (es. la fine delle linee rette..)
IMMAGINI TUTELARI.
Come per la platea con i manichini dorati Dalí propone le immagini
tutelari.
Come si usava anticamente nel mondo Greco e Romano, nei templi o negli
edifici sacri venivano poste delle immagini, riferite a
divinità, che tutelavano il luogo... le immagini che vediamo hanno
atteggiamenti gesticolanti o eroici.
TITANO.
Il titano come
artefice della pioggia (anche se le gocce si crearono casualmente). Potrebbe rappresentare parallelamente la creazione del mondo mitologico
e mondo Daliniano.Gli indizi : il Titano, la cupola (mondo)
e i la lotta tra i giganti.
Inizio
La leggenda della nascita del mondo
(cupola).
Si racconta che prima, esisteva solo lo
spazio senza pianeti e quindi senza stelle.
Era il Caos senza alcuna forma, quando comparve Gea o Gaya, la madre terra
che generò Uranio ovvero il cielo che fecondò la terra (Gea) con una pioggia
benefica.... e da qui l'allusione al titano.
Anche se non esiste nessun commento da parte di Dalí, casualmente
corrisponde in parte alla storia che seguendo, narra che Gea si sposò con lo
stesso Urano da lei generato e insieme dettero vita a 12 titani (maschi e
femmine) etc.
Un giorno Urano, temendo di essere spodestato dai suoi orrendi figli, li
fece sprofondare al centro della terra e per questo, forse, troviamo un
riferimento dalla parte opposta del titano con le immagini che indicano la
Lucha de gigantes (1977), la lotta dei giganti dove appare una tragica
lotta tra titani (giganti) per ascendere all'Olimpo.
Il riferimento alla parte mitologica della Gigantomachia si deve al
dipinto della Sala dei Giganti nella Palazzo Te di Mantova eseguita
dal Pittore del rinascimento, Giulio Pippi meglio conosciuto come
Giulio Romano.
LA CREAZIONE DEL MONDO DALINIANO.
Un altro riferimento alla creazione del mondo lo vediamo in altro a
destra, sicuramente Dalí riproducendo il disegno della creazione di
Michelangelo della Cappella Sistina voleva porgere un
omaggio al grande artista (nella sala infatti è presente anche il Mosè) ma gli
indizi sinora descritti possono indicarci un altro scenario surreale :
la creazione del mondo Daliniano. In questo mondo potrebbe essere
presente la nascita (Cupola /Demetra /Ventre) e di tutto questo viene contenuto
il corpo del suo creatore, infatti nel centro del palco, una lastra indica la
cripta che contiene il corpo di Salvador Dalí come se volesse indicare che il
suo spirito vivrà per sempre. Nell'immagine, La lotta tra i giganti.
PER CHI NON FOSSE D'ACCORDO ricordiamo :Il metodo paranoico
critico, che con parole sue Dalí descrive come,
IL METODO SPONTANEO DI CONOSCENZA IRRAZIONALE
DEI FENOMENI DELIRANTI SFONDO DEL BALLETTO “LABIRINTO” N.Y. 1941 Metropolitan Opera House.
Nello sfondo coreografico del teatro Salvador Dalí pone un insieme di
simboli che vanno dal mito di Teseo e Arianna (che era il tema della
rappresentazione al Metropolitan) a quello della
metamorfosi di Narciso. Nella porta sul petto del soggetto c'è
anche l'albero, chiara allusione al rapporto
Conscio /Inconscio oppure la porta vista come accesso al interiore della
persona. Nel balletto di New York la tela era la sfondo del mito
dell'amore tra Teseo e Arianna forse paragonati al rapporto profondo che Dalí
aveva con Gala.
UOVO SIMBOLO DELLA GESTAZIONE E DELLA VITA.
contiene il germe della molteciplità umana che culmina con la morte che
viene espressa con l'isola dei morti. Come disse l'autore dell'idea
originale dell’isola dei morti, Arnold Böcklin :
Chi guarda questo quadro deve aver timore di disturbare il solenne
silenzio con una parola espressa ad alta voce.
Nello sfondo compaiono le
rocce di Cap Creus. Si intravede la Metafora della morte o al
limite della tristezza e malinconia come proposta dal quadro di Modest Urgell,
nella sala dei capolavori, dove viene rappresentato il grigio cimitero.
Perché la testa a forma di uovo.
Sicuramente si riferisce alla LA METAMORFOSI DI NARCISO del
1936 37.
Da dove viene l'idea : da un viaggio in Italia. Dalí spesso fa
riferimento al rinascimento italiano che si denota dalle posizione che
hanno le figure sullo sfondo. Quindi ripropone il mito di Narciso che
dotato di straordinaria bellezza non potendo possedere la sua
immagine riflessa nello specchio d'acqua si trasforma in un fiore. Anche
se abbiamo diverse versioni di questo episodio mitologico (es
quello della ninfa Eco) non dobbiamo scordare che Dalí, già da piccolo
cercava l'attenzione di tutti.... Si racconta che nei primi anni di
scuola improvvisamente Dalí dette una testata ad una parete o
altro. Quando gli insegnanti gli domandarono il perché di questo gesto,
rispose semplicemente : nessuno mi faceva caso. Non scordiamo inoltre il
periodo passato con García Lorca dove i due, forse per gioco, definivano
tutto ciò che era "convenzionale" come "putrefatto"
(infatti ci sono vari quadri su questo argomento) quindi si può pensare
ad una questione psicologica che Sigmund Freud avrebbe chiamato
Narcisismo. Infatti Dalí attribuiva una grande importanza a questo
quadro in quanto, mostrandolo al famoso psicoanalista lo descrisse con il
metodo paranoico critico.
LINCON - GALA NUDA CHE OSSERVA IL MARE. 1975.
Come dicevamo, Dalí era molto attento alle innovazioni che trasformava
in idee base per i suo quadri. Infatti questa opera rappresenta uno
"Studio sulle immagini digitalizzate" omaggio al pittore
russo naturalizzato americano, Mark Rothko. Se provate a vedere
l'immagine da circa 18 metri ( o con una macchina fotografica digitale)
potrete intendere di cosa si parla. Gala si converte in Abramo Lincon.
Si può osservare l'effetto anche sull'immagine
riportata al lato.
EL TORERO ALUCINÓGENO 1968 70.
Rappresenta il crepuscolo della morte.Dalí rende omaggio al Torero Manolete. (tela del museo in florida S.
Pietroburgo). Il quadro mostra un'arena deserta dove compare Gala che
quasi come un fantasma osserva apparire il volto di Manolete tra le
forme delle veneri di Milo. Sembra quasi una metamorfosi spettrale che
viene osservata dal piccolo Dalí quasi inerme di fronte alle
gigantesche mosche. Il toro morente immerso nella
riproduzione della baia di Cadaques ed altri piccoli particolari che ci
indicano tutto quello che abbiamo tra la vita e la morte, tra la
realtà ed il sogno.
Altri particolari come le piccole bolle di colore che secondo alcuni
rappresentano una danza crepuscolare.. . Non sappiamo con certezza a chi
(oltre Manolete) è dedicato il quadro, forse al suo amico,
García Lorca.
Le 4 veneri di Milo costituiscono insieme ai punti e alle mosche (simbolo
della morte) il viso di Manolete che versa una lacrima prima di morire.
Dali volle integrare in un solo quadro tutta l’iconografia daliniana, la
venere di milo, il viso fantasma gala ed il toro morto, il piccolo Dalí
che osserva l’avvento della morte…la decomposizione materia organica
attaccata dagli insetti.
Dalí considera la mosca come l’insetto paranoico critico per eccellenza.
La Venere di Milo non è l'unico riferimento mitologico al quale Dalí si
ispira, infatti incontreremo altre veneri con diversi significati e
anche la Vittoria alata di Samotracia.
Meccanica motoria del Cristo realizzato da Piñero.
L'intenzione era quella di mostrare la reazione di spasmo del Cristo
man mano che si apre la struttura metallica costruita da Piñero, però
potrebbe anche riferirsi al periodo in cui Dalí comincia a disegnare
figure sacre come ad esempio il Cristo di
san Juan de la Cruz.
Nota. Non è l'unico riferimento al “Cristo di
san Juan de la Cruz” (1951) che si trova nel museo, rappresenta un accostamento alla fede
dalla quale Dalí non si era mai staccato completamente ma che pareva
incompatibile con lo spirito surrealista. L'importanza
della tela, che rappresenta emozionalmente un riavvicinamento, disegnato
alla maniera dei Manieristi più famosi, evidenzia una tecnica
pittorica fuori del comune. The Glasgow Art Gallery.
RUGGERO CHE LIBERA ANGELICA - Roger liberando a Angelica.
(San Giorgio e la donzella - Ludovico Ariosto.)
Amanda Lear fa da modella a Dalí il quale evidenzia le curve della
donzella come provocazione sessuale.
Salvador Dalí e Max Ernst dissero: BISOGNA CONCENTRARCI SULLE
LINEE..e sulle curve..
degne dei Greci immortali. Parodia dell'omonimo quadro esposto al Louvre
di Auguste Dominique Ingres sopra il tema dell'Orlando il Furioso.
CRISTO TWISTEATO 1976.
Solitamente
come faceva Gaudi, Dalí ripropone l’effetto della multivisione con l'uso
degli specchi. Dopo aver terminato
questo cristo lo fece sommergere in un bagno di elettrolisi
dove conseguentemente la figura si deformò ritorcendosi
ESPLOSIONE DI FEDE MISTICA AL CENTRO DI UNA CATTEDRALE 1974.
Explosión de fe mistica en el centro de una catedral.
Altra composizione con il sistema multivisione cioè con ausilio di specchi
per creare una sensazione di maggior…. profondità che equivale a
maggior sentimento mistico.
La stella che esplode rappresenta la fede scoperta, da colui che la
cerca.
Allegoria della fede. L'ambiente dove si svolge il fatto sembra rappresentare un
angolo della Basilica di San Pietro.
SAN NARCISO E LE MOSCHE 1973.
Dalí considera la mosca come l’animale paranoico-critico per eccellenza. La
tela descrive il miracolo delle Mosche
di San Narciso contro i Francesi. Vedi la storia :
Mosche
di San Narciso
EL POLL E LA PUÇA. Il pidocchio e la pulce.
Omaggio a due personaggi leggendari di quando Dalí era piccolo. Amadeu
Torres e Teresa Marques, una coppia di gitani che suonavano un organino.
Dalí lo realizza alla maniera di Oliver Brice come aveva fatto nella
platea con la venere velata.
MOSÈ, il monoteismo.
Omaggio a Michelangelo Buonarroti. Nella sala sono presenti alcuni
riferimenti al grande artista rinascimentale, Le mani della creazione e
il rostro de "la noche".
VERSO LA SALA DELLA PESCADERIAS.
EL ROSTRO DE LA NOCHE. L'idea viene della tomba dei Medici
(Tombe Medicee di Giuliano e Lorenzo de Medici) sulla quale Michelangelo
pone questa immagine che genera sconforto.
Rostro de Beethoven (viso di Beethoven ) fatto con la tinta espulsa da
due polipi che rappresenta la versione Daliniana della manipolazione
artistica fatta a caso.
SEGUE: MUSEO DALÍ FIGUERAS TERZA PARTE - LE SALE.
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