7 - LE STANZE DI GALA. L’ABITAZIONE DISTRUTTA DAL FUOCO.
La camera blu. Dalí dopo la morte di Gala si stabilì
nel Castillo de Púbol, dove era sepolta
Gala.
Ormai infermo necessitava costantemente l'ausilio medico quando il 30 agosto del 1984, Dalí suonando continuamente il
campanello a pera per chiamare l’infermiera, provocava
incidentalmente un incendio che in seguito lo
avrebbe condotto in ospedale.
Una volta dimesso non tornò al Castello ma si
stabilì permanentemente nella Torre Galatea di
Figueres.
Non avrebbe più fatto ritorno a
Púbol visto il precario stato di salute.
Della camera di Gala si distrussero una certa quantità di oggetti ed
altri vennero restaurati.
La toilet di Gala é ricavata nell’ antica cucina del castello ed ha un bagno
nascosto. I rubinetti dorati sono un riferimento alla “maledizione del
Re
Mida", tutto quello che si tocca diventa oro. É un riferimento alchemico
che per loro era una benedizione..
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8 - LA BIBLIOTECA PERDUTA.
Si chiama così per via di una piccola libreria con 40 libri di letteratura
russa e francese ed altri oggetti che sono stati dati a Cecile
Grindel,
figlia di Gala e di Paul Eluard (Eugène Émile Paul Grindel) come previsto dal testamento, insieme ad una
compensazione economica ed altri oggetti provenienti da Portlligat come la
toilette dell’abitazione di Gala, unitamente a sofà, candelabri, tappeti
ecc.
SCACCHI DEDICATI A MARCEL DUSCHAMP con i pezzi a forma di dito (si
presuppone che il modello sia il dito di Dali).
Le torri invece sono simili al Hotel San Ragis di New York dove Dalí era
solito alloggiare.
La corona della regina è fatta con un dente dell’artista.
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I FIORI SEMPRE VIVI – li chiamarono così perché un poema di Garcia
Lorca, EL
ROMANCERO GITANO, descriveva le stelle nella notte che diventarono
semprevive”
Nella sala sono presenti una serie di quadri e gravati: La foto “tete a
chateaux” (dove Lecroix aveva fatto in modo che nella pupilla di Gala si
intravedesse un angolo del giardino di Púbol). La grandes place di Vosges du
teps di LUIS XIII.
EL Print Club of Cleveland del quale INCONTRIAMO DIVERSE RIPRODUZIONI NEGLI
ALTRI MUSEI. HERMES E Mercurio ed inoltre SI RIPETE LA SCULTURA SILLA CON
CUCHARA..
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9 - L' ABITAZIONE ROSSA LA STANZA ROSSA.
La stanza serviva per gli ospiti di Gala, addobbata con il rosso che è il
colore predominante dei cortigiani e poiché Gala era sufficientemente
superstiziosa, credeva nella CARTOMANZIA ed altro per questo non stupitevi
quando vedrete sulla porta un
bel ferro di cavallo contro la mala suerte.
In questa stanza, posti in una vetrina ci sorprende una collezione di
oggetti vari il cui significato risvegliano l’immaginazione di Dalì ricordando un poco la
Valigia di Duschamp, quello che un pittore non può dimenticare. Contiene
una Sagrada Familia commerciale , una Porcellana, l’ immagine della Vergine,
un torero, una coppia di fidanzati, una gitana e anche una orologio blando,
fatto con pasta di vetro chiamato, Colgador Reloj del 1971. Per finire
l’immancabile sempreviva.
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10 - LA SALA DA PRANZO E L’ULTIMA PITTURA.
Questo ambiente conserva la struttura originale a parte gli elettrodomestici
che sono stati tolti. Gala e Dalí non usavano molto la cucina, solitamente
era Dolors, la “masovera” , una donna di paese che si occupava un
pó di
tutto e che preparava loro i pasti. Tradizionalmente viveva con il marito,
el Masover, nella tenuta dei proprietari, al quale venivano affidati i
lavori più pesanti.
(Vedi il grazioso video relativo al ballo della Masovera che se va al
mercát).
Il cavalletto, la poltrona ed i colori, una luce fioca che viene dalla
finestra sono un luogo poco ideale per dipingere ma è qui che dipinse gli
ultimi quadri della sua vita mentre i primi della sua gioventù vennero
dipinti nella lavanderia della casa paterna di Via Monturiol, 20 di
Figueras.
Le ultime opere riflettono la depressione a causa della decadenza di Gala.
Traspare anche l’aggressività con la quale affrontava la vita come si
denota nella tela la " MESILLA DE NOCHE ATACADO VIOLENTEMENTE A
UN VIOLONCELLO". La depressione preoccupava maggiormente i medici quando
l'illustre infermo non desiderava uscire ne vedere il sole. Solo si
preoccupava di quella teoria delle catastrofi di René Thom e degli omaggi a
Velasquez o Michelangelo. Infine poiché la luce lo infastidiva dipingeva quasi al buio.
Nel 1983 dopo la grande esposizione antologica di Madrid, smise di
dipingere.
Il cavalletto era situato nei pressi della porta (ora murata) che
anticamente dava l’accesso alla Chiesa, come usavano i Baroni di Púbol.
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L’ARMADIO DELIRANTE.
Con una adeguata contemplazione si potrebbero scoprire una serie di tesori
nascosti tra le porcellane e piatti di questo armadio.
Dalí inventò il “metodo Paranoico critico”, definito come il metodo
spontaneo di conoscenza irrazionale dei fenomeni deliranti”. Questa è la
migliore occasione per sperimentarlo osservando le figure ritratte nella
ceramica.
Il gioco sta nell’osservare le cinque brocche ed i cinque contenitori
(caffè, zucchero ecc.) ed i piatti, che ritraggono tutti l’Angelus di Millet.
Un piccolo busto di un guerriero, una figura che ritrae il tipico costume
catalano. Pietre, fossili ed un uovo attraversato da una freccia. Una
pittura ad olio, Vista de Púbol degli anni settanta. Il viso di
Gala ritratto in un mollusco fossile (sesso femminile), un Cristo Twisteado
eccetera. Queste risposte troverebbero conferma nel libro scritto da Dalí: le
Mythe
tragique de l'angelus de Millèt.
La disposizione, è casuale o predeterminata? Qual'è il significato? Quali
sono i fenomeni deliranti associati all’angelo di Millèt?
Come descritto nel libro, sono messaggi di aggressione sessuale repressa?
Stanno pregando il loro bambino sepolto? Rappresenta Il crepuscolo della
vita?
Tra i vari pezzi osserviamo il "Cristo desnudo en la cruz, degli anni 50
dedicato a Gala.
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11 - LA SALA DEI VISTITI DI GALA.
Questo luogo era uno ripostiglio e quando un giorno del 1982, arrivarono
quadri dagli Stati Uniti che ormai Dalí aveva dimenticato, si convertì in un
magazzino.
Dalí si emozionò nel rivedere quelle tele di cui non ricordava l’esistenza.
La ristrutturazione di questo magazzino é fatta dalla Fondazione Gala-Salvador
Dalí, con l’ausilio dell’Architetto Oriol Clos, in uno stile totalmente
diverso dal resto del castello, consono per contenere i vestiti esposti.
La musica di sottofondo di Tristan e Isotta di Wagner (la solita usata per
il museo di Figueras), ci accompagna nella visita.
Dopo la restaurazione tramite “il Centre de Documentaciò i Museu Textil de
Terrassa”, vengono mostrati i vestiti di Gala firmati da famosi stilisti
come Jean Dessen, Cristian Dior, Pier Cardin, Elizabet Arden, etc. Vi
possiamo incontrare anche la famosa camicia azzurra di Salvador Dalí e altre
cose particolari
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12 - EL DELME CONVERTITO IN UNA CRIPTA.
Nel medioevo la gente del villaggio veniva qui a pagare le tasse, la decima
o el diezmo. In questo luogo, nel delme del Castillo, visto che a volte
mancava il denaro, la tassa si risolveva nel pagamento in natura. Si
racconta che quando Dalí acquistò il castello, il “Masovero” chiese il permesso di seminar
patate nell’orto. Dalí gli rispose che poteva lavorare il terreno senza che
questi dovesse darle una percentuale però gli chiese in compenso un pane di
4 chili. Il Masovero si recò frettolosamente dal fornaio del luogo che disse
che non disponeva di un forno così grande e di questo non si tornò più
a parlare del arcgomento. Si può dire che la decima fu estinta.
Durante i primi anni di Gala, il Delme venne concesso agli abitanti del
paese per celebrare la Festa Major del luogo.
Gala dette aiuti economici per la festa, e donò anche dei quadri al comune
de la Pera.
La cripta odierna venne costruita nel 1982 quando ormai Gala non mostrava
segni di miglioramento. L’ 11 giugno 1982 moriva in Portlligat e
successivamente veniva imbalsamate e posta nell’attuale cripta in compagnia
delle tre figure di gesso ed una giraffa disseccata.
Prima dell’incendio occorso a Dalí, questi aveva deciso di costruire un
monumento funerario simile a quello destinato ai genitori della regina di
Francia, Anna di Bretagna, nella Cattedrale di Nantes però dopo l’incidente il
progetto rimase
tale.
È certo, che Dalí disse ai suoi intimi amici di voler essere sepolto in Púbol con il viso coperto e senza fiori, ma poi nella clinica di
Quiron di
Barcellona, ormai prossimo alla morte, chiese di vedere il sindaco di Figueres,
Marià Lorca, al quale chiese di essere interrato nel Museo di
Figueres. Molti si stupirono ma
tutto ciò ha un filo conduttore che risale al 1968 dove Gala e Dalí
parlarono di due Panteon diversi, Púbol e Figueras.
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